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Gentamicina Solfato ad uso Veterinario

GENTAMICINA SOLFATO ad uso Veterinario


Classe terapeutica:

antibiotico aminiglicosidico

Può essere prescritto dai veterinari per:

infezioni batteriche, principalmente da bacilli aerobici gram-negativi, ma anche da alcuni ceppi di Stafilococco

Specie:

cani, gatti, cavalli, mini pigs, suini, bovini, conigli, cavie, cincillà, criceti, gerbilli, ratti, topi, furetti, rettili e uccelli

Esistono prodotti registrati con questo principio attivo


Meccanismo d’azione

Il meccanismo d’azione e lo spettro di attività della gentamicina, principalmente attiva verso i batteri aerobi gram-negativi, sono similari a quelli di altri aminoglicosidi; inoltre, sempre come quest’ultimi, agisce sui batteri sensibili legandosi irreversibilmente alla subunità 30S del ribosoma, inibendo così la sintesi proteica.

La gentamicina è considerato un antibiotico battericida concentrazione-dipendente e il suo spettro di attività copre anche alcune specie batteriche gram-positive, come alcune specie di E. coli, Klebsiella, Proteus, Pseudomonas, Salmonella, Enterobacter, Serratia, Shigella, Mycoplasma e Staphylococcus.

Alcuni ceppi di Pseudomonas aeruginosa, Proteus e Serratia dovrebbero essere trattate con amikacina, data la loro resistenza alla gentamicina.

Gli aminoglicosidi hanno maggior efficacia antimicrobica se utilizzati in ambiente alcalino, ma restano inefficaci nel trattare virus, infezioni micotiche e da molti batteri anaerobi.

VETERINARIA

A causa della tossicità degli aminoglicosidi il loro utilizzo viene limitato a quello sistemico per il trattamento di gravi infezioni da batteri gram-negativi, quando l’utilizzo di altri antibiotici meno tossici non porta alla risoluzione dell’infezione o quando si è in una situazione critica che richiede un intervento rapido per il trattamento di un probabile ceppo gram-negativo.

I prodotti ad uso veterinari con gentamicina sono tanti e per diverse specie, come cani, gatti, polli, tacchini e suini, non vengono più utilizzati i prodotti iniettabili per i piccoli animali.

Sebbene nel cavallo l’utilizzo è approvato solo per l’infusione intrauterina, talvolta viene anche utilizzato anche per via parenterale, mentre nei suini e nei tacchini sono stati approvati dei prodotti ad uso orale per trattare le infezioni gastrointestinali.

Farmacocinetica

Come altri aminoglicosidi, la gentamicina non viene assorbita in maniera apprezzabile se somministrata per via orale o intrauterina. Invece, viene assorbita in seguito alla somministrazione topica, non sulla pelle o vescica urinaria, quando è utilizzata per irrigare durante gli interventi chirurgici.

Nei pazienti che soffrono di enteriti emorragiche o necrotiche e a cui vengono somministrati aminoglicosidi orali, il farmaco può essere ben assorbito.

Nel cane e nel gatto a cui viene somministrata la gentamicina per via intramuscolare, i livelli di picco si verificano da 30 minuti a 1 ora dopo la somministrazione del farmaco, mentre i livelli di picco risultano essere ritardati e più variabili dopo l’iniezione di gentamicina sottocutanea.

La biodisponibilità dell’iniezione extravascolare, intramuscolare o sottocutanea, supera il  90%.

Gli aminoglicosidi, dopo l’assorbimento, vengono a distribuirsi principalmente nei fluidi extracellulari e sono rinvenuti nel fluido ascitico, pleurico, pericardico, peritoneo, sinoviale e dell’ascesso; ad elevati livelli si ritrovano nella saliva, secrezioni bronchiali e nella bile. Mentre la streptomicina si lega alle proteine plasmatiche per il 35%, gli aminoglicosidi si legano meno del 20%.

I livelli di aminoglicosidi nei fluidi cerebrospinali sono imprevedibili e variano da 0 a 50% di quelli presenti nel siero, mentre non attraversano o penetrano con tanta facilità la barriera ematoencefalica o i tessuti oculari. Nelle ossa, cuore, cistifellea e tessuti polmonari sono stati ritrovati livelli terapeutici dei una dose parenterale.

Gli aminoglicosidi tendono ad accumularsi in alcuni tessuti, come nell’orecchio interno e nei reni, aiutando a spiegare certi fenomeni di tossicità.

Nei pazienti animali neonati o giovani, a causa della loro elevata quantità di fluidi extracellulari, il volume di distribuzione del farmaco risulta elevato, mentre nel cane e nel gatto adulto i volumi di distribuzione variano da 0,15-0,3 L/kg e 0,26-0,58 L/kg per il cavallo.

Nonostante gli aminoglicosidi attraversino la placenta, in uno studio condotto su una giumenta all’ultimo stato di gravidanza a cui era stato somministrata la gentamicina, il suo puledro non ha evidenziato livelli rilevabili di farmaco.

In altre specie la concentrazione fetale, rispetto alla concentrazione nel siero materno, varia dal 15 al 50%.

In seguito alla somministrazione di aminoglicosidi per via parenterale, l’eliminazione avviene attraverso filtrazione glomerulare. L’eliminazione dell’emivita della gentamicina, invece, varia a seconda della specie:

  • 0,5-1,5 ore nel cane e nel gatto
  • 1,82-3,25 ore nel cavallo
  • 1,8 ore nei bovini
  • 2,2-2,7 ore nei vitelli
  • 2,4 ore nelle pecore
  • 1,9 ore nei suini
  • 1 ore nei conigli

Pazienti che soffrono di scarsa funzionalità epatica possono, invece, avere un’emivita notevolmente prolungata; nell’essere umano con una funzionalità renale normale i tassi di eliminazione degli antibiotici aminoglicosidici sono altamente variabili.

Effetti collaterali

Gli aminoglicosidi sono farmaci conosciuti per i loro effetti nefrotossici e ototossici.

I meccanismi di nefrotossicità, ossia necrosi dei tubuli renali, di tali farmaci non sono completamente chiariti, ma probabilmente interferiscono con il meccanismo fosfolipidico nei lisosomi delle cellule tubulari periferiche con conseguente perdita di enzimi proteolitici nel citoplasma. La manifestazione della nefrotossicità si ha con l’incremento dell’azoto urico, della cratinina, dell’azoto non proteico nel siero e la diminuzione della gravità specifica e clearance della creatinina nelle urine; nelle urine possono anche essere presenti proteinuria e cellule o cilindri urinari. Se il farmaco viene sospeso la nefrotossicità solitamente è reversibile.

L’ototossicità, tossicità all’ottavo nervo craniale, degli aminoglicosidi può manifestarsi da entrambi i segni clinici uditivi e/o vestibolari, i quali possono essere irreversibili.

I segni clinici vestibolari possono verificarsi con maggiore frequenza con la streptomicina, gentamicina o tobramicina.

I segni clinici uditivi possono verificarsi con maggiore frequenza con amikacina, neomicina o kanamicina, ma altre forme possono verificarsi con uno qualsiasi dei farmaci.

I gatti sembrano sensibili agli effetti vestibolari degli aminoglicosidi.

Inoltre, gli aminoglicosidi possono anche causare un blocco neuromuscolare, edema del viso, dolore/infiammazione nel sito di iniezione, neuropatia periferica e reazioni di ipersensibilità e solo raramente sono riportati effetti gastrointestinali, ematologici ed epatici.

Gli aminoglicosidi attraversano la placenta e raramente causano tossicità all’ottavo nervo craniale o neurotossicità al feto. Dato che il farmaco deve essere utilizzato solo in caso di infezioni gravi, i benefici della terapia possono superare i rischi potenziali.

L’FDA ha classificato la gentamicina per uso umano in categoria D per l’utilizzo durante la gravidanza; ossia, che ci sono evidenze di rischi per il feto nell’uomo, ma i potenziali benefici del farmaco in gravidanza possono essere accettati rispetto ai rischi potenziali. Per la gravidanza canina e felina il farmaco, in un sistema diverso di valutazione, è classificato di classe C e può avere rischi potenziali.

Mentre nel latte possono essere escluse, il rischio per i nuovi nati sembrano minimi.

Precauzioni

Gli aminoglicosidi sono controindicati per pazienti ipersensibili a tali farmaci e dovrebbero essere somministrati con cautela su pazienti con malattie renali preesistenti; quest’ultimi devono essere monitorati in concomitanza e il dosaggio necessita di aggiustamenti riguardo l’intervallo di somministrazione.

Dato che questi farmaci sono spesso gli unici agenti efficaci nelle gravi infezioni da batteri gram-negativi, non esistono altre controindicazioni assolute al loro uso.

L’età del paziente, sia neonati che pazienti geriatrici, la febbre, sepsi e disidratazione sono altri fattori di rischio per lo sviluppo di tossicità.

A causa del fatto che gli aminoglicosidi possono causare ototossicità irreversibile, questi devono essere utilizzati con molta attenzione nei cani da lavoro.

Visto che questi farmaci hanno attività di bloccaggio neuromuscolare , dovrebbero essere utilizzati con attenzione su pazienti con disordini neuromuscolari preesistenti (es. Miastenia gravis).

Poiché gli aminoglicosidi sono principalmente eliminati attraverso i meccanismi renali, devono essere utilizzati con cautela, preferibilmente monitorando il siero e regolando il dosaggio nei neonati e nei pazienti anziani. 

Gli aminoglicosidi sono spesso considerati controindicati nei conigli in quanto condizionano negativamente l'equilibrio della flora in questi animali, ma i dosaggi sono elencati di seguito. Usare con cautela.

La somministrazione degli aminoglicosidi nel coniglio è solitamente controindicata per via degli effetti di sbilanciamenti della loro flora gastrointestinale; utilizzare con attenzione.

Interazioni con altri farmaci

  • Antibiotici beta-lattamici (penicilline, cefalosporine): tali farmaci possono avere effetti sinergici contro alcuni batteri; alcuni potrebbero inattivare gli aminoglicosidi (in vitro), per tale motivo non assumere simultaneamente i farmaci, e in vivo, in pazienti con insufficienza renale.
  • Cefalosporine: l’utilizzo di aminoglicosidi e cefalosporine contemporaneamente è controverso perché, potenzialmente, le cefalosporine potrebbero causare nefrotossicità additiva se utilizzate con aminoglicosidi. Queste interazioni, dopotutto, sono state documentate con cefaloridina e cefalotina, prodotti non più in commercio.
  • Diuretici, ciclo continuo (es. furosemide, torsemide) o osmotici (es. mannitolo): il potenziale nefrotossico o ototossico degli aminoglicosidi può essere accentuato se i loop o diuretici osmotici vengono somministrati contemporaneamente agli aminoglicosidi.
  • Farmaci nefrotossici, altri (es. cisplatino, amfotericina b, polimicina B o vankomicina): tali farmaci possono aumentare il rischio di nefrotossicità.
  • Agenti bloccanti neuromuscolari, anestetici generali: le probabilità di blocco neuromuscolare possono aumentare con l’utilizzo contemporaneo di agenti bloccanti neuromuscolari o anestetici generali e aminoglicosidi.

Overdose

In caso di sovradosaggio i trattamenti da effettuare comprendono:

  • l’emodialisi, al fine di ridurre i livelli del farmaco nel siero, seppure non sia adatto per tutti i pazienti veterinari;
  • una dialisi peritoneale, che ridurrà i livelli sierici, seppure meno efficace;
  • la complessità del farmaco con la ticarcillina (12-20 g/die nell’uomo), quasi sempre efficace come l'emodialisi.

Dosaggi

La maggior parte dei medici che studiano le malattie infettive concordano sul fatto che a molti  mammiferi gli aminoglicosidi dovrebbero essere somministrati una volta al giorno. La terapia in questo modo produce livelli di picco più elevati con una maggiore abbattimento della carica batterica e, in quanto gli aminoglicosidi presentano un "effetto post-antibiotico", i batteri sensibili sopravvissuti, generalmente, non replicano rapidamente nemmeno quando le concentrazioni di antibiotici sono inferiori alla concentrazione minima inibente. Nei periodi in cui i livelli sono bassi può verificarsi una diminuzione della "resistenza adattativa" (i batteri assumono meno farmaco in una esposizione continua). Una dose giornaliera può anche far diminuire il grado di tossicità degli aminoglicosidi poiché le basse concentrazioni urinarie possono significare un minor assorbimento nelle cellule tubulari renali.

Comunque, i pazienti che sono neutropenici, o altrimenti immunosoppressi, possono beneficiare di un dosaggio più frequente, ad esempio una somministrazione ogni 8 ore.

Cani

Per infezioni sensibili:

  • per sepsi 6 mg/kg una volta al giorno per via endovenosa

  • 6-8 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore. Per pazienti neutropenici o immunocompromessi la dose potrebbe necessiterebbe di essere divisa e somministrata ogni 8 ore

  • 8 mg/kg una volta al giorno o 2-4 mg/kg ogni 8 ore per via endovenosa, intramuscolare e sottocutanea

  • ▫ per infezioni urinarie localizzate:

    la prima dose è di 4,4 mg/kg per via intramuscolare, sottocutanea e poi 2,2 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore per via intramuscolare, sottocutanea per 7-10 giorni

    ▫ per infezioni ai tessuti molli o ortopediche:

    4,4-6,6 mg/kg una volta al giorno per meno di 7 giorni per via endovenosa, intramuscolare o sottocutanea

    ▫ per batteriemia, sepsi:

    6,6 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore per meno di 7 giorni per via endovenosa, intramuscolare, sottocutanea

    Attraverso l’esame dei sedimenti nelle urine e i livelli di urea sierica si devono tenere controllate le funzioni renali.

  • per brucellosi:

    5 mg/kg di gentamicina una volta al giorno, ogni 24 ore, per 7 giorni per via sottocutanea; 2 corsi di trattamento, trattati nelle settimane una e quattro; più minociclina a 25 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore, per 4 settimane per via orale. Infine, la doxiciclina può essere sostituita per minociclina allo stesso dosaggio a costi inferiori. Per gli animali infetti potrebbe essere necessario trattare per due o più corsi di 4 settimane. Per monitorare l’andamento del trattamento effettuare test anticorpali sequenziali da 3 a 6 volte al mese. Monitorare la funzione renale secondaria alla terapia con gentamicina.

Gatti

Per infezioni sensibili:

  • per sepsi 6 mg/kg una volta al giorno per via endovenosa

  • 6-8 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore. Per pazienti neutropenici o immunocompromessi la dose potrebbe necessiterebbe di essere divisa e somministrata ogni 8 ore

  • 8 mg/kg una volta al giorno o 2-4 mg/kg ogni 8 ore per via endovenosa, intramuscolare e sottocutanea

  • ▫ per infezioni urinarie localizzate:

    2,2 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore per via endovenosa, intramuscolare, sottocutanea per meno di 7 giorni

    ▫ per batteriemia, sepsi:

    4,4 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore per meno di 7 giorni per via endovenosa, intramuscolare, sottocutanea

    Attraverso l’esame dei sedimenti nelle urine e i livelli di urea sierica si devono tenere controllate le funzioni renali.

Cavalli

Per infezioni sensibili:

  • Puledri:

    8-10 mg/kg ogni 18-24 ore. Monitorare i livelli per aggiustamenti o intervalli nel dosaggio

    oppure

    7 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore, per via endovenosa o intramuscolare

  • Adulti:

    6,6 mg/kg una volta al giorno, ogni 24 ore, per via endovenosa o intramuscolare

  • Per infusioni intrauterine:

    0,5-2 grammi. Pochi sono gli studi che sono stati effettuati sulle dosi, il volume infuso, la frequenza, i diluenti, ecc. Molti dei trattamenti di questo tipo comunemente prevedono l’assunzione del farmaco una volta al giorno oppure a giorni alterni per 3-7 giorni

Mini pigs

Dosaggio “extraetichetta”:

da 2 a 4 mg/kg due o tre volte al giorno, per via intramuscolare

Suini

Per infezioni sensibili:

  • Per colibacillosi nei neonati:

    5 mg una volta per via orale o intramuscolare

  • Per i maialini svezzati e altri suini:

    ▫ per colibacillosi:

    1,1 mg/kg/die nell’acqua da bere (ad una concentrazione di 25 mg/gallone) per 3 giorni

    ▫ per dissenteria suina (Treponema hyodysenteriae):

    2,2 mg/kg/die nell’acqua di bevanda (ad una concentrazione di 50 mg/gallone) per 3 giorni

Bovini

Per infezioni sensibili:

  • 4,4-6,6 mg/kg/die diviso tre volte al giorno per via intramuscolare

  • Intramammaria:

    100-150 mg ogni 12 ore

Conigli

Da 5 a 8 mg/kg come dose giornaliera; può essere divisa ogni 8-24 ore, per via endovenosa, sottocutanea o intramuscolare. Se somministrata una volta al giorno si aumenta l’efficacia e diminuisce la tossicità. Se somministrato per via endovenosa si diluisce in 4 mL/kg di soluzione salina e dare più di 20 minuti.

Cavie

Da 2 a 4 mg/kg ogni 8-24 ore per via sottocutanea o intramuscolare

Cincillà

Da 2 a 4 mg/kg ogni 8-24 ore per via sottocutanea o intramuscolare

Criceti

Da 2 a 4 mg/kg ogni 8-24 ore per via sottocutanea o intramuscolare

Gerbilli

Da 2 a 4 mg/kg ogni 8-24 ore per via sottocutanea o intramuscolare

Ratti

Da 2 a 4 mg/kg ogni 8-24 ore per via sottocutanea o intramuscolare

Topi

Da 2 a 4 mg/kg ogni 8-24 ore per via sottocutanea o intramuscolare

Furetti

Per infezioni sensibili:

  • 5 mg/kg ogni 24 ore per via sottocutanea, intramuscolare; utilizzare con cautela o evitare l'uso

  • 4-8 mg/kg divisa e data 2-3 volte al giorno per via intramuscolare, sottocutanea, endovenosa

Rettili

Per infezioni sensibili:

  • Per gastriti batteriche nei serpenti:

    2,5 mg/kg di gentamicina per via intramuscolare, ogni 72 ore con neomicina orale 15 mg/kg più lactobacillus orale vivo

  • Per malattie batteriche del carapace nelle tartarughe:

    5-10 mg/kg giornalmente nell’acqua delle tartarughe, a giorni alterni nelle tartarughe di terra e tartarughe per 7-10 giorni. Utilizzato comunemente con antibiotici beta-lattamici. Consigliare la terapia iniziale con 20 mL/kg di iniezione del fluido. Mantenere l'idratazione e, quando possibile, monitorare i livelli dell'acido urico.

Uccelli

Per infezioni sensibili:

  • ▫ per fagiani e gru:

    5 mg/kg tre volte al giorno per via intramuscolare, per 5-10 giorni

    ▫ per quaglie e pappagalli grigi africani:

    10 mg/kg tre volte al giorno per via intramuscolare

    ▫ Ara ararauna:

    10 mg/kg tre volte al giorno per via intramuscolare. Per le infezioni meno serie può essere efficace una dose da una a tre volte al giorno

  • Per sterilizzazione o infezione dell’intestino:

    40 mg/kg per 1-3 volte al giorno per 2-3 giorni, per via orale

  • Per pneumonia (con carbenicillina o tilosina dato per via intramuscolare):

    5-10 mg/kg una volta al giorno per via intratracheale

  • Per ratiti:

    5 mg/kg una volta al giorno per via intramuscolare. Nota: utilizzare solo come ultima risorsa in quanto provoca gotta viscerale

Caratteristiche chimico-fisiche

Polvere bianca o quasi bianca. Molto solubile in acqua, praticamente insolubile in alcool, in cloroformio, in acetone ed in etere.

p.f. = 218-237°C (dec.)

 

Allen D.G., Pringle J.K., Smith D.A., Pasloske K. – I farmaci per uso veterinario –Seconda edizione - Piccin – Padova, 2001

Donald C. Plumb, Pharm.D. - Plumb’s Veterinary Drug Handbook – Sesta edizione - Blackwell Publishing

Medicamenta - Società Cooperativa Farmaceutica - Milano

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